Non abbastanza

Due figure piccole e lontane, lui davanti e lei dietro che lo segue.

Sono sul ponte di legno, il camminamento sopra l’Arda, circondati da alberi e vegetazione. Da qui si vedono solo i loro busti in movimento, due sagome a metà come nei vecchi Luna Park, ti viene voglia di provare a lanciare una palla e farli cadere. Ma arrivano fino alla fine del ponte, attraversano, sempre uno dietro l’altro, e man mano che si avvicinano, si sente una voce.

È lei che parla con lui, ma lui cammina, a volte aumenta il passo, forse vorrebbe correre. Ma lei, parla.

Arrivano frasi spezzate, interrogativi senza risposta, appesi nel vuoto, portati dal vento altrove, ma non a lui. Non stanno discutendo, non c’è tensione nel tono della voce, neanche nelle posture. C’è… scollamento.

Due vite probabilmente che condividono molto, ma non abbastanza.

Eppure ci sarà stato un momento di perfetta intesa, di magia. Osservo lei, impegnata nell’inseguimento, che lancia i suoi segnali, e lui, in fuga, che lancia i suoi.

Fermatevi.

Fermatevi, vi prego. Guardatevi negli occhi ancora una volta, anche senza dire niente. Cercatevi in un gesto, nelle mani che un tempo erano elettriche, un nodo inscindibile, un canale energetico carico di possibilità.

E si fermano, ma solo perché incontrano qualcuno.

Caffè? Cambia la scena, ora anche lui parla. Parlano, non comunicano. Lui parla all’altro lui, lei parla all’altra lei.

Non si guardano più, non si bastano più.

Non abbastanza.


Foto di Geoffroy Hauwen da Unsplash

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