Si era perso. Il navigatore lo stava facendo andare in circolo, ricalcolava continuamente il percorso. Succede. Ma a quell’ora, notte fonda, la cosa era davvero irritante. Un bar, quello là in fondo sembra un bar. Decide di fermarsi per chiedere informazioni e, già che c’è, andare in bagno. Il beep della chiusura porte, i fari che lampeggiano, l’elettricità statica che scivola a terra è una scarica veloce, che lo lascia come se lo avesse investito una secchiata d’acqua fredda. L’effetto corroborante di un respiro a pieni polmoni, accompagnato da una strana sensazione di spossatezza, indolenzimento. Non riesce neanche a stiracchiarsi, troppe ore al volante.
Si avvicina alla porta del locale, sotto la luce fredda e pallida di un neon, accompagnato dal rumore dei suoi passi sul selciato. L’entrata è in legno e vetro, con appiccicati vecchi e consunti stickers, e una maniglia in ottone usurato. Entra e vede il posto affollato, stranamente gremito da personaggi, come un cast di comparse in pausa, sparsi a gruppetti. Due anziani eleganti, in giacca e cravatta, assorti davanti ad una scacchiera, una coppia gay che amoreggiava nell’angolo, quattro signori ad un tavolo vicino alla parete dove le carte da gioco volavano tra insulti bonari e bicchieri di vino rosso.
Si avvicinò al bancone dove una prosperosa signora dalle labbra carminio, lo stava fissando, senza sorriso.
“Il bagno è qui a destra, questa è la chiave. Le faccio un caffè?”
Prese la chiave e si avviò. Si aspettava una turca, e infatti. Sull’anta interna della porta era appeso un poster, con una bella ragazza ammiccante, in pantaloncini di jeans e camicetta annodata. L’impresa richiese la massima concentrazione, mentre i pensieri andavano ai clienti presenti a quell’ora di notte, in quella zona sperduta, periferica, lontana, col juke box che suonava canzoni dimenticate. Si era lavato le mani ma non c’era niente per asciugarle e non aveva neanche un fazzoletto. Le sfregò violentemente nel tentativo di togliere più umidità possibile. Una risata forte, femminile, come un verso di un animale, lo accolse al suo rientro nella sala.
Lei, era seduta su uno sgabello al bancone del bar, fasciata da un vestito in jersey che le lasciava scoperta una gamba, e parlava con labbra carminio. Ad ogni scambio di battute, la risata sguaiata, forzata, esplodeva nel locale, sovrastava la musica, rimaneva quasi sospesa vicino al soffitto, per poi svanire, fino alla seguente. Il caffè era buonissimo e glielo aveva servito accompagnato da un boero.
“Guarda se hai vinto”
“Prego?”
“Nel boero, guarda se hai vinto.”
Lo scartò, il cioccolato era vecchio, striato, ma, all’interno dell’involucro, sul biglietto, lesse: Hai vinto 10 boeri!
Sorpreso, imbarazzato come un ragazzino, mostrò il biglietto alla proprietaria che cominciò a staccare i cioccolatini dal totem rosso che li raccoglieva. Pagò e rimase a fissare quel mucchietto davanti a sé, sentendosi gli occhi di tutti addosso. La risata sardonica lo scosse e, come se fosse la cosa giusta da fare, lasciò un boero ad ogni persona presente in quel bar , alla risata sardonica, alle labbra carminio, ai quattro giocatori di carte, ai due gay e ai due che stavano sfidandosi a scacchi. Nessuno ringraziò, nessuno fece un cenno.
Uscì accompagnato da un revival e, chiusa la porta, tutto tacque.
In macchina, dallo specchietto retrovisore, vide la luce dell’insegna allontanarsi fino a sparire. E non aveva chiesto informazioni.
Foto da unsplash
Mi piace come scrivi (accetto un eventuale “esticazzi”😂😂😂), complimenti 🤗🌹
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Mi accontento di qualche ortaggio dal tuo orto. (esticazzi) GRAZIE zio 🤓💕
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Fossimo vicini, sarebbe un vero piacere per me. Un abbraccio
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🤗
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BUONA GIORNATA
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Anche a te
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GRAZIE GENTILISSIMA
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Adoro gli scacchi. E adoro anche l’atmosfera che hai saputo creare in questo splendido post.
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Ma grazie! Davvero molto gentile…
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Grazie a te per la risposta! Anche se non vale nulla rispetto al tuo, anch’io ho pubblicato un nuovo post, in cui ho condiviso alcuni ricordi della mia adolescenza… spero che ti piaccia! 🙂
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🌹
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Bellissimo racconto!
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Ti ringrazio carissima Luisa! 🌺
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Buona serata, cara Marcella❣️
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Anche a te 🌹
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Era rimasto troppo scioccato dalla proprietaria e dagli aventori. Un sogno? Un incubo? Forse solo stanchezza.
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Forse… o forse è la vita che sorprende. Grazie Paolo
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La vita è sempre una sorpresa
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🙏🌹
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Non sono per nulla gentile. Commento sollecitato dalle sensazioni suscitate da ciò che leggo. E questo tuo racconto me ne ha suggerite parecchie.
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Grazie…
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Marcella 🌹 hai una maniera di raccontare (di scrivere) strepitosa. Fai venire i brividi per quella tanta solitudine in mezzo alla folla, per quel silenzio interiore fra tanti rumori, per quel dimenticare se stessi nel tentativo vano di essere notato o forse accettato. Complimenti di cuore.
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Carissimo Marcello, come al solito, sei troppo gentile… Ma mi prendo i complimenti fatti dal cuore, di un grande autore, con un pò di imbarazzo e felicità… 🩵🩵🩵
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