Buchi nell’animo

Ennesimo litigio. Apre le ante dell’armadio e sistema nervosamente le camicie appena stirate.

La colpa è mia, sempre mia. Ma è davvero mia? In fondo si litiga in due. Eppure quella sensazione di disagio che sto provando, me lo conferma. Non è successo niente di drammatico.

Sposta gli appendiabiti, apre un cassetto. Sbaglia cassetto e lo richiude. Si gira a fissare le pile di indumenti da sistemare e si siede sul letto, crolla con le mani sulle gambe.

Lui è uscito con gli amici e si è scordato che doveva accompagnarmi al vivaio. Ti pare che non sia drammatico? Siamo una coppia. Ma ti puoi scordare sempre, va beh, non sempre, diciamo spesso, dei miei bisogni?

Guarda i mucchi di vestiti alla sua destra, il suo è decisamente più piccolo. Odia quella montagnola di roba, appena stirata, che troneggia sicura come un picco montuoso, la odia.

Non dico che debba sempre essere perfetto ma, almeno farmi sentire importante ogni tanto, che so, qualche attenzione, chiedo troppo?

Sente aprirsi la porta di casa, sono arrivati i gemelli, tornano dalla partita a calcetto. E l’aria improvvisamente si riempie, può sentire distintamente il leggero afrore di tute sudate, e l’odore dei suoi figli, così diversi anche se identici.

Stanno andando in cucina, sanno che troveranno già pronta, nel forno, la pasta speciale della mamma. Rumori di piatti, posate, il frigo che si apre e si chiude, le sedie che si spostano. Poi, silenzio. Stanno mangiando.

Finisce di sistemare in fretta, senza pensare, deve andare in cucina. Chiude l’armadio e nota che gli specchi delle ante sono da pulire. La sua immagine è riflessa ma vede solo le impronte, la polvere.

Lo farò, più tardi.

Esce dalla stanza, qualche passo nel breve corridoio e la luce della cucina che la abbaglia. Le voci dei suoi figli sono alte, le sembra che ogni rumore sia amplificato.

< Com’è andata? Divertiti? La pasta era buona?>

Ma sono già in piedi, stanno per andare a fare una doccia, lasciandosi dietro un “tutto bene mà“. I piatti sono rimasti sul tavolo, insieme alla teglia, ai bicchieri, la bottiglia d’acqua e i tovaglioli.

L’aria è tornata normale, immobile. L’amore può essere mancanza d’amore, una pena? La sua amica saggia le aveva detto che la sofferenza va attraversata, non puoi saltarla. Il dolore è necessario e va processato. Accettare le frustrazioni.

Pila di abiti, cucina sporca, specchio da pulire, bagno che tra poco sarà un disastro, vasi tristemente vuoti alla finestra. Fuori sembra una bella giornata.

Torna in camera, si cambia, si pettina e si trucca un pò. Borsa, chiavi di casa e telefonino. Qualche passo nel breve corridoio, apre la porta di casa e sente il rumore della chiusura dietro di sé.

Non potete riempire tutti i buchi che ho nell’animo. In qualcuno, metterò dei fiori.


Foto da unsplash

13 pensieri su “Buchi nell’animo

  1. Una racconto molto attuale che descrive le sensazioni di una donna che appare più una schiava che una moglie e madre. Il marito preferisce gli amici. I figli si limitano a ‘Tutto bene ma’” e per lei nessuna gratificazione. Credo che esca per andarsene da quel posto chiamato ‘casa’.

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  2. Come sempre bravissima, Marcella🌹. Un racconto vivo, che sa scolpire le persone ma anche le cose che immobili attendono, accrescendo nel lettore lo spazio della conoscenza. La scultura che hai dedicato a questa donna fa da perfetto specchio alla casalinga che non ha perso del tutto il suo sentirsi donna. A quest’ultima auguro che quei fiori non siano dei Chrysanthèmes décapités.

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