
Mi mancherà tutto questo?
Fissava il campo di pannocchie, un mare verde dai riflessi ocra, mosso dalla brezza nell’alba. Un sole giallo e rosso, come una caramella, dai contorni netti, piantato nel cielo, immobile, pronto ad esplodere aprendo il suo occhio al mondo.
Mi mancherà?
Le panchine della stazione erano piene di persone, valigie, zaini e cagnolini ansimanti, ma non faceva ancora caldo. L’altoparlante gracchiava di transiti veloci, era un continuo spostarsi da una parte all’altra, prima di risolvere rifugiandosi nelle scale del sottopassaggio. Troppa polvere e rumore, stava rovinando tutto.
Il bagaglio era piccolo e pesante, l’appendice della sua vita. C’era stato tutto. Avrebbe voluto partire leggera, ma mancava sempre qualcosa da aggiungere, qualcosa che le sarebbe potuto servire, qualcosa che si era dimenticata. C’era stato tutto.
Basta essere pragmatici, ogni cosa al suo posto, ma guai a spostarla, il gioco non sarebbe riuscito. Come un castello di carte, se sbagli, crolla tutto.
C’era lo spazio per i rimpianti, quello dei ricordi, le buste trasparenti dei dolori, tanti sacchetti di gioia che però non riusciva a riconoscere. Aveva messo qualcosa negli scomparti a cerniera laterali, cos’era? Ah, le delusioni e le amarezze, da una parte, e le illusioni dall’altra. I sogni? Si era dimenticata i sogni? Non poteva riaprire e controllare.
Pensa, pensa. Li avevi messi tutti in fila sul letto. Non è possibile. Certo che li ho presi. Li avrò messi nel mezzo, sono così fragili. Che altro?
Ormai il cielo era chiaro e lattiginoso, aveva ingoiato la luce del sole, appiattendo tutto. Le balle di fieno sembravano grigie, i campi sembravano grigi, tagliati da una striscia verde brillante, come una ferita aperta.
Musica in sottofondo, vociare, un altro giorno pronto a scivolare via, come un rigagnolo tra sassi e sterpaglie.
Il suo treno era arrivato, non se ne era quasi accorta. Salì per ultima, aspettò che le porte si chiudessero e, mentre si stava muovendo, rimase a fissare il suo bagaglio, rimasto sulla banchina.
Non sarebbe tornata più.
Il bagaglio sono il fardello dei nostri ricordi che pesano come una vita. Mancheranno? Non si sa. Si prende il treno lasciando il bagaglio sulla banchina. Ma sarà vero?
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Non so Paolo. Di certo, ognuno di noi, a un certo punto della vita, comincia a raccoglierla… Ciao!
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Spesso i ricordi sono un bagaglio ingombranti e vogliamo abbandonarli sulla banchina della stazione. Ciao
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Quando il nostro bagaglio resta sulla banchina cosa rimane in noi e di noi? E non è per questo che la protagonista non tornerà mai più? Queste domande che Marcella ci suggerisce non sono già sufficienti per capire che su quel treno non è possible portare il proprio vissuto?
E leggendo in termini di vita questo inquietante quanto veritiero racconto possiamo consolarci pensando che altri troveranno il nostro bagaglio e ne trarranno beneficio nella misura in cui abbiamo saputo mettere al centro i nostri sogni.
Non è questa la speranza che Marcella ci suggerisce e ci dona?
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Grazie caro Marcello… tutte le esperienze, che ci contraddistinguono e che raccogliamo gelosamente… Pensiamo di avere tanto, tantissimo tempo… invece, ognuno, salirà sul suo treno prima o poi. Cosa lasceremo, veramente? Credo solo i ricordi in chi ci ha amato ( ed è tantissimo)… il “bagaglio”, non servirà più…🩵
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Grazie cara Marcella 🌹. Non era necessario che mi rispondessi: conosco il tuo pensiero. Ma ti ringrazio moltissimo per averlo fatto🙏🌹
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bello, abbandonare la valigia dei fardelli (mentali) e partire leggera per un nuovo inizio.
ml
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Grazie Massimo
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