Assolo e outro

Sei proprio bella. Non riesco a pensare ad altro. Il cameriere si avvicina con i primi piatti, sta parlando ma sono frastornato. Mia moglie sta sorridendo, ha appena detto che le piace il servizio, sembra felice. Io sorrido e affondo la forchetta nei tagliolini, li attorciglio, li attorciglio, li attorciglio. Poi mi fermo perché, in effetti, sto creando una palla compatta, come lo zucchero filato su un bastoncino. Colpetto di tosse e un goccio di vino. Cerco di scambiare qualche parola con mia moglie, le chiedo se vuole assaggiare quello che ho ordinato. Ma il mio sguardo, tutto di me, ti sta fissando. Sei proprio una visione. I tuoi capelli si muovono scivolando sulla schiena, li sposti con la mano delicata, dalle dita lunghe, dietro l’orecchio. Mi sembra di sentire il tuo profumo arrivare fino a me, come un sortilegio. Sono certo di averti già vista, sicuramente immaginata. Non sento la tua voce, vorrei sentirti parlare, ma siamo lontani. Il tuo compagno ( è tuo marito?), sta guardando il telefonino. Ma come si fa? Come può staccare gli occhi da te? Io non ci riesco. E bevo. Verso del vino a mia moglie che sta parlando di ferie, suoceri, nostro figlio che ancora non ha deciso cosa fare della sua vita. E se adesso venissi da te? Se ti prendessi per mano e ti portassi via? Mi hai guardato! I tuoi occhi sono rimasti nei miei per un attimo. Ci provo, io ci provo. Quella cosa delle telepatia mi ha sempre affascinato e ora, ci provo. Mi concentro. Cameriere e nuovi piatti. “Non li toccate perché sono caldissimi.” Sentisse le mie mani! Sono in fiamme, ho lo stomaco chiuso, no, chiuso no, infatti sto mangiando. Mastico, più che altro. Sarà un colpo di fulmine? Mai successo prima. Mia moglie sta chiedendo se sto bene, perché sono tutto rosso. “Andropausa?” “Ma cosa ti viene in mente. Sarà stato il vino.” Prendo la bottiglia e gliela mostro, 13 gradi e mezzo. “Visto?” Mi giro e non ci sei più. Al tuo tavolo, tuo marito sta aspettando, digitando sul telefono. Sei andata in bagno? “Scusami cara, vado un attimo in bagno.” Mi risponde, mia moglie mi risponde ma non sento, anzi, sento solo il mio cuore che sta martellando battiti. Cammino quasi al suo ritmo, veloce, cercando con lo sguardo i bagni. “Sono là dietro a destra”. Là dietro, a destra. Schivo i tavoli, attraverso una palude di parole che si accavallano in un mostruoso sottofondo, giro a destra e mi fermo. Dietro la paratia che nasconde la sala, davanti alle porte con le sagome di una signora e un signore, aspetto. Cosa farò quando uscirai? E la porta delle signore si apre. Sei tu. Sei tu? Una ragazza un pò in carne, non troppo alta, dai seni formosi che riflettono la luce dei faretti. Mi guardi ma non mi vedi. “Mi scusi.” E mi aggiri. Quel mi scusi mi ha gelato. Ma che razza di voce hai? Dura, grave, e in sintonia con i polpacci da terzino. Perfino le tue mani mi sembrano diverse, lunghe ma per niente delicate, con le unghie lunghe e affilate. Sono deluso, sì, sono amaramente deluso, mi sento fraudato. Dov’é il mio sogno? Dov’è? Spingo la porta del bagno dei signori e mi fermo davanti allo specchio. Ma guardati! Sei un sognatore, sei un romantico sognatore! Esce un uomo da una toilette e mi sembra il caso di affrettarmi ad uscire. Non si va in toilette se ci sono gli orinatoi a muro, a meno di avere qualche emergenza che non voglio nemmeno soffermarmi a pensare. Mi sorpassa, senza neanche lavarsi le mani ed esce. Ma che schifo, che schifo di mondo. Che schifo di serata.

10 pensieri su “Assolo e outro

  1. Così sono i sogni a occhi aperti : dicono al sognatore che i suoi occhi sono chiusi. Cara Marcella hai fatto di quest’uomo, con grande maestria,,un miserabile sognatore che, per soddisfare il proprio ego sognante, dimentico della realtà, inutilmente la disprezza.

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