SPAM

Sono partiti. I suoi amici sono partiti per le vacanze. Sveglia, pillole, caffè e bagno. Aggiunge un’altra tacca alla settimana. Un’altra giornata in cui cercare qualcosa da ricordare. Così esce, come sempre, ha le sue commissioni da fare, quasi sempre le stesse, negli stessi negozi in cui incontra le stesse persone. Possibile? Devastante. Corre, corre sempre. Gli impegni si accavallano, anche se riesce a risolvere tante questioni, per lo più banali, ma comunque tossiche. Ma non riesce mai a staccare veramente, neanche quando si isola per un po’, quando si ferma a occhi chiusi ascoltando il suo respiro.

Si alza il vento e porta nuvole cariche di pioggia. Ora è fermo, sotto un temporale estivo, con l’ombrello che ripara appena. É fermo. Sposta l’ombrello, lascia che le gocce arrivino sul viso, sui capelli, lascia che il braccio scivoli di fianco con l’ombrello, fino a terra. Un tuono lontano sembra parlargli: ci sono. É un suono caldo, un abbraccio che arriva fino al cuore. Le macchine stanno passando veloci, di sicuro qualcuno lo starà guardando e si starà chiedendo cosa fa. Le gocce arrivano agli occhi e la sensazione non è quella che si era immaginato. Non sono come il collirio, oh no, sono piccole e fastidiose, gli appannano la vista. Non importa. Comincia a sentire le spalle bagnate, qualche rivolo che scende sul collo e sul petto.

Arrivano delle persone, sta ingombrando il piccolo marciapiedi. Meglio spostarsi. Piove. Annusa l’odore dell’aria bagnata, guarda i muri arroventati che odorano di pietra e sembrano antiche carte assorbenti, macchiate qua e là da minuscoli punti che appaiono e scompaiono. Il cielo è vivo. Si spostano le nuvole assorbite dal sole che reclama il suo regno. Vincerà.

I suoi amici sono partiti, e non lo hanno invitato.

“Sono finito negli spam.”

«…quando vogliamo conoscere noi stessi potremo conoscerci guardando nell’amico»

Impulso di scrittura giornaliero
Qual è la qualità che apprezzi di più in un amico?

Amicizia. Il sentimento più forte, una forma d’amore senza compromessi. L’amico c’è, sempre. Non importa se ci sono state incomprensioni, non importa se a volte non amiamo le stesse cose. È difficile? Molto. È un dono della vita ma richiede impegno. E quando l’amico/a è disposto a correre, lasciando la partita della squadra del cuore o la seduta dall’estetista prenotata da mesi, perché hai veramente bisogno di averlo/a vicino, allora saprai di non essere solo. Se è disposto a sacrificare parte del suo tempo per te, a fare gesti dettati dall’amore, saprai di avere incontrato la più grande fortuna. Sentimento raro e prezioso, va custodito, protetto e alimentato.

Venere carnivora

Federica si sta vestendo. La sua amica Chiara l’aveva pregata di accompagnarla al suo primo colloquio di lavoro. Si guarda allo specchio e decide di cambiarsi. Doveva essere al top, lasciare senza fiato.

Era fatta così.

Saluta i suoi velocemente e corre in macchina all’appuntamento al solito incrocio, parcheggia e aspetta. Qualche colpetto sul vetro e Chiara entra in macchina, comincia a parlare, le chiede consigli, le spiega di cosa si tratta.

Chiara è una ragazza carina, dolce, sta ancora studiando all’Università e questa occasione di lavoro part time l’aveva inseguita da tempo.

Le mani di Federica avvinghiate al volante, lo smalto rosso fuoco e le unghie a punta. Chiara le nota ma non dice niente, si aspettava un complimento rassicurante ma Federica è impegnata a cercare un parcheggio.

Entrano nel palazzo accompagnate dal rumore dei tacchi di Federica e dall’ansia di Chiara. L’ascensore sembra non arrivare mai, circondate da impiegati, borse, zaini e braccia cariche di file.

Sala d’attesa. Non c’è nessuno, solo loro due, le fredde luci del neon e una pianta. Sarà vera? Sembra, ma è troppo verde, però è bella.

E arriva la segretaria,

Chiara è pronta. La segue ed entra nell’ufficio dove l’aspetta un funzionario, è un colloquio importante e il suo curriculum era stato d’impatto. A 22 anni già parlava quattro lingue, aveva fatto stage all’estero ed era all’ultimo anno di università.

Si chiude la porta ma Chiara non è sola, Federica è dietro di lei. Perché? Non importa, va bene, andrà bene.

Invece no.

Il tempo di accomodarsi e Chiara capisce che le unghie a punta della sua amica, i tacchi, la gonna un po’ troppo corta e i sorrisi, tra i capelli vaporosi, dondolandosi sulla sedia, non sarebbero stati affatto d’aiuto. Federica interrompe in continuazione, cattura l’attenzione, divaga. Anche il funzionario divaga.

E Chiara inizia a sprofondare come nelle sabbie mobili, la sua mente si agita, raccoglie un po’ di coraggio e sciorina la motivazione, le aspettative, la disponibilità. Parole che le sembrano fluttuare in un’ atmosfera seduttiva, imbarazzante, fastidiosa.

Finito. Saluti e, <le faremo sapere.>

E sono fuori. Chiara è fuori.

Solo in macchina chiede spiegazioni, cerca di capire perché si è comportata come un’avversaria, non come un’amica.

< Era il mio colloquio, ti avevo chiesto appoggio, come hai potuto? Tu hai già un lavoro.>

< La vita è fatta di sfide, ci vuole sempre un pizzico di arroganza. Lezione numero uno. >

L’eco di quella frase le fece compagnia per giorni, sicura di aver perso un’opportunità per leggerezza o troppa fiducia, sicuramente aveva perso un’amica o quella che pensava fosse un’amica.

Sbaglio? Esagero? Tutta questa faccenda mi fa sentire perdente.

E il telefono suona, la risposta è già arrivata. Risponde, ascolta, ringrazia.

Chiamerò Federica.

< Mi dispiace tanto Chiara, non so come dirtelo, ma mi hanno offerto il posto che volevi. Davvero non me lo aspettavo… >

Chiara ascolta e non parla, lascia che le parole riempiano il silenzio, che le scuse si accavallino in un tentativo sciocco di dare la colpa al destino. In fondo non c’era colpa.

< La legge della giungla… Chiara, ci sei?>

< Stavo ascoltando, sono contenta per te, sarai la tuttofare dell’ufficio, non è male. Io invece ho avuto una proposta molto interessante dall’Ufficio Marketing. Sarò nel team che si occupa di relazioni con l’estero, proprio due piani sopra il tuo, vorrà dire che ci prenderemo un caffè qualche volta, se ci ritroveremo… in quella giungla.>

Basta, volare alto.


Foto di Pedro Miguel Aires da Unsplash