E la metro frena, con la consueta delicatezza, facendomi scivolare di un metro sui sedili. Le ragazze, unghie laccate come opere di Warhol, le borse piene di libri e gli occhi felici stanno parlando:
“Secondo te la mente è importante?”
Mah, esiste una giusta via di mezzo…
“Secondo te, cosa guardano gli uomini in mezzo alla strada? Se sei colta? Ma dai!”
Io non voglio essere un prodotto del mio ambiente, voglio che l’ambiente sia un mio prodotto.
“E questo cosa c’entra?”
Niente, l’ho letto la’…
Chiacchiere sciolte come l’aria di primavera, con quella leggerezza che si è destinati a perdere con l’età, quando i doveri allargheranno a dismisura i loro tentacoli. Anch’io sono stata così giovane?
Poi scoppiano a ridere, risate piene, di pancia, con gli occhi umidi che brillano e le parole intrappolate nei singhiozzi.
Le guardo scendere pattinando su quelle sneakers che è vietato indossare dopo i trent’anni e penso che “domani me le compro.” In fondo se sembra normale vedere pubblicità in cui si parla con una gallina confrontando la qualità dei biscotti, posso anche scegliere di vestirmi come mi pare. La metro riparte, come la vita, ma con meno strattoni.
E io sto sorridendo.

