
Fiocco, non saprei, mettiamo bianco, per il mio nuovo arrivato! È il terzo romanzo, si aggiunge alla famiglia già numerosa di articoli e racconti.
Ha la sua personalità, come tutti del resto.
É un viaggio, nella mente della protagonista, con la protagonista, in un altro universo, quello degli homeless.
Crudo, triste, scomodo? No.
Lo definirei irriverente, come solo i bambini sanno essere. Un viaggio emozionale. Ma essendo di carta, come Pinocchio era di legno, aggiungerei che può spiazzare, provocare, inquietare.
....” C’é un patto tra me e la strada, fragile e intimo, che ho plasmato a modo mio. Mi ha trasmesso la sua forza e la sua violenza, quel suo proseguire anche se tu sei distrutta. Quel passo in più che faccio ogni giorno è per sfuggire al dolore, anche se mi avvicina sempre più a quella soglia che non voglio superare. Sorpassare quel limite potrebbe significare non poter più essere la stessa. Se perderò il ricordo di me stessa, il mio mondo cesserà di esistere, come il mio futuro. Non devo smettere di chiedermi chi sono. Quanto può sopportare l’anima?”…
