
Parlami d’amore. Perché non riesci? Perché dici che mi ami ma non sai come fare? Inutile che cambi discorso, no, non voglio parlare del concerto, ascoltami. E ti giri. Ma perché? É così difficile capire? Voglio solo che mi abbracci. Ma te ne vai. Io resto a fissare dei piedi, a sentire tutta questa confusione, a schivare ragazzi con bicchieri di plastica appiccicosi e pieni al colmo di birra. E uno si avvicina. Ma lasciami in pace. Sì, sono arrabbiata. Sì, sono con qualcuno. E insiste. Dove sei? Dove sei andato? Mi offre da bere. Non ne ho voglia ma sono arrabbiata, ho così tanta rabbia da tremare. E bevo. La musica si alza e non sento niente, solo rimbombare il mio cuore nelle vene. Mi sento strana, stanca. Dove sei? Ma vai al diavolo. Bevo. Cantano tutti, tutti forse no, ma quasi. Ci provo anch’io ma mi gira la testa. Qualcuno mi sta sorreggendo. Ombre. Mi sento leggera, mi sto spostando ma non tocco terra. Mi si chiudono gli occhi. Dove sei? Sento delle mani, ma non sono le tue, sento dei baci, ma non sei tu. Non ho forza. Ho gli occhi chiusi e provo un senso di vertigine fortissimo. Dove sei? Dove sono? Sono a terra. Quanto tempo è passato? Chi c’è qui intorno? Ombre. Sono mezza nuda, sporca di terra e birra. Cerco di muovermi. Dove sei? Un colpo alla testa, la mia testa che sta colpendo terra, qualcosa mi tiene per i capelli. Sento dolore, e freddo. Schifo. Odori selvatici e bagnato, grugniti e risate. Flash che mi feriscono gli occhi. Buio.
Mi sto sollevando, mi stacco da terra, ci sono delle persone, delle divise rosse, una luce che fissa le mie pupille e un ago che mi punge, forse il braccio. Ho la schiuma alla bocca che cola sul collo. Mi stanno parlando, chiedono.
Volevo solo un abbraccio.