Il corpo è un museo.

Il corpo è un museo e io non ho il biglietto per entrare. Non ho neanche vent’anni e ho già vissuto, tanto. Da quando sono nato ho sentito sempre e solo domande.

Perché volete iscriverlo al liceo?

Perché sorride così?

Perché non può stare fermo?

Diagnosi: Tetraparesi spastica distonica. Non sapevo cosa fosse.

Terapie. Non sapevo cosa fossero.

Fatica, solitudine, dolore. Tre ore al giorno di fisioterapia per imparare a camminare normalmente. Camici bianchi in ospedale. Un lungo viaggio, anche se, il solo posto in cui potevo andare, erano i miei pensieri.

É svogliato.

No, è malato.

I miei genitori, la mia nonna erano le mie uova di Pasqua, la loro anima era la sorpresa più grande.

Sono difettoso, rotto, manca qualche pezzo.

Troppo handicappato per fare il liceo scientifico, ti dicono i prof, in prima superiore, mentre sorella morte continua a bussare all’anima. Io contro tutti, mi diplomo.

Poi arriva Beatrice, inferno e paradiso. Esiste amore senza dolore, esiste dolore senza amore? Voglio vivere e amare. Stare bene. Vorrei un talismano a cui aggrapparmi di tanto in tanto, per non perdermi.

La vita è troppo bella per continuare a viverla così?

Cerco di vivere il presente, non dimentico il passato ma non distolgo lo sguardo dal futuro.

Sorella morte, bussa, bussa quanto vuoi. Il museo, per ora, è chiuso.


Foto da usplash di viktor-forgacs

racconto tratto da una testimonianza su Tik Tok