Avere naso (anche se chiuso)

Cos’è che ci avvisa dell’arrivo della primavera? Lo starnuto. Una fisiologica e naturale conseguenza respiratoria che fa da colonna sonora al vento tiepido di questa meravigliosa stagione. Raffreddori tardivi a parte, le riniti causate dai pollini sono una vera tragedia per chi ne soffre e una tortura per chi frequenta questi ultimi, io nella fattispecie.

Non si può nemmeno pensare di godersi una passeggiata in un ombroso boschetto, non è concesso spalancare le finestre, frequentare parchi, uscire in caso di forte vento e mi sto trasformando in Barbie-contadina a forza di tagliare l’erba, raccogliere foglie, eliminare erbacce.

PARE che, in questo periodo dell’anno, si debba evitare anche di asciugare i panni all’esterno. Un’ode all’asciugatrice.

Lamenti a parte, solo chi convive con tali problemi sa che ha da passà questo periodo e non si scandalizza di fronte a nasi rosso porpora, gocciolanti e perennemente tappati. A questo proposito, dedicherei un particolare encomio agli inventori dei fazzoletti di carta, specie se riciclata, sinonimo di progresso evolutivo. I meravigliosi fazzoletti in stoffa, i mouchoirs adorabili, morbidi e profumati, non reggerebbero questi attacchi.

Volendo (anche no) affrontare il penoso argomento dell’educazione dei soffiatori compulsivi nei luoghi pubblici, la mia lunga esperienza in materia potrebbe tradursi in un utile pamphlet da autodifesa:

  1. non avere paura, sei solo nel posto sbagliato al momento sbagliato
  2. il soffiatore non lo fa apposta
  3. cerca un giapponese raffreddato e fatti prestare una mascherina (lui non capirà ma non importa)
  4.  prima che starnutisca, a scelta, puoi effettuare una torsione del busto di 90 gradi o frapporre il vicino tra te e il soffiatore

Insomma, sopravvivere al periodo delle Gimnosperme e Angiosperme, cioè al trasferimento di polline dalle antere di un fiore allo stigma dello stesso fiore o di un altro fiore (cit.Treccani)… SI PUO’ FARE!