L’importanza dei dettagli

La fila alla cassa era immobile da un po’ e la gente cominciava a spazientirsi. La percezione del tempo, in certi momenti della vita, sembra alterata al punto di essere convinti di sprecare minuti preziosissimi. E così, gli animi cominciarono ad inquietarsi per l’attesa, mentre gli sguardi analizzavano, con precisione certosina, nei carrelli davanti al loro, la quantità di roba e il tempo che ci sarebbe voluto per scaricarla, registrarla, impacchettarla.

Le persone in fila stavano per arrivare al limite della sopportazione. Era evidente. Ma la cassiera, tra l’annoiato e lo stizzito, stava aspettando che il vecchio signore davanti a lei, finisse di pagare. Mancavano ancora circa due euro e, frugando, nelle tasche, dappertutto, l’anziano stava raccogliendo monete e monetine, poggiandole sull’acciaio dello scivolo della cassa. Niente da fare.

“Mancano ancora sessanta centesimi, che facciamo?”

Gli occhi di lui, velati dalla cataratta, il corpo perso in un completo diventato troppo largo, quelle mani un po’ tremanti e l’imbarazzo per gli sguardi addosso. La signora che era proprio dietro, col suo carrello pieno e il tempo contato, si avvicinò e mise, violentemente, sessanta centesimi sul mucchietto di monete.

“Ecco qua. Così ci muoviamo.”

E come se si fosse aperta una diga, lasciando scorrere l’acqua sui campi assetati, la cassa suonò emettendo lo scontrino, la cassiera tirò un sospiro e tutti nella fila mugugnarono contenti. L’anziano prese il suo pacchetto, si voltò per ringraziare la signora, scusandosi, ma lei era già indaffarata a sistemare la sua spesa, ingombrando, riempiendo sacchetti.

Quando il vecchio sparì oltre l’uscita, iniziarono i commenti, prima sommessi, poi ad alta voce, un serpente di malignità che si muoveva lento, tra sguardi eloquenti e certezze granitiche. Dal “Le pensioni che danno sono ridicole” al “A quell’età dovrebbe stare in un ricovero”, fino al commento più atteso, quello della signora, “Piuttosto che ridursi così, meglio morire.” Meravigliosamente malvagia, il diavolo è nei dettagli.

Tra le luci e la confusione sommessa del supermercato, in quel micro-mondo dai tempi accelerati, non sono permesse esitazioni né parole di troppo. Una volta usciti dal serpente, si riprende la propria vita, il proprio ritmo, e ci si avvia veloci, quasi si stesse per uscire di prigione.

E lei, s’incamminò. Appena fuori, proprio davanti alle porte che si aprivano e si chiudevano senza sosta, l’anziano signore, con sessanta centesimi in mano e una rosa, la stava aspettando, per ringraziarla. Nell’altra parte del mondo.


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