Metamorfosi

Il cielo bruciava, letteralmente. Era scoppiato un tramonto che accecava e si liquefaceva nel mare, portando lunghe onde morbide, oleose, tranquille, fino a riva. Seduta sulla sabbia, con le braccia che cingevano le gambe, muoveva la testa lentamente da un lato all’altro di quell’enorme quadro che non aveva fine né inizio. Aveva pianto, senza rabbia. Aveva lasciato che il dolore scorresse, ed era finito negli occhi. Non era questo il piano, non avrebbe voluto, ma quell’inaspettato spettacolo aveva detonato la costante contrazione che cercava di controllare.

Aver divorziato, in fondo, non era gran cosa, non era quello che le stringeva l’anima. Il suo cuore si era accomodato, proprio così, accomodato tra le cicatrici, rifiutando di indurirsi, a differenza di altre sue amiche separate. Non sentiva quel gusto amaro, non trovava espressioni acide, quelle che si fissano come una colla, non transitano ma lasciano una scia, come una bava di lumaca infinita.

Erano arrivati insieme, lei e suo marito, alla conclusione. Strana la vita, non c’erano stati scossoni, litigate o discussioni, si era solo spenta la luce, era finita la ricarica, e quello che un tempo era passione e forza, si era banalmente trasformato in qualcosa molto simile all’amicizia. Si può continuare a stare insieme per inerzia? Ah, quanti lo fanno! Quieto vivere, la scusa dei figli, la paura di rimanere soli…

Loro due, invece, così in sintonia da affrontare la decisone comune davanti ad un aperitivo nel solito bar, avevano anche già stabilito “chi prende cosa”, se vendere la casa e alcuni mobili che entrambi non sopportavano più. Avevano anche riso, scoprendo che la maledetta poltrona, regalo della suocera, proprio non piaceva a nessuno dei due! Quante cose si scoprono quando apri del tutto la saracinesca della mente, quando non hai più il freno dell’amore. Eppure, era ancora amore, diverso, trasformato, ma sicuramente amore.

Una metamorfosi.

Non ci sarebbe stato più un NOI. Si era frantumato il nucleo, caldo e rassicurante.

Passò una coppia, seguita da un bambino con un cane. Li guardò come se stesse guardando un film già visto. Il cane le corse incontro, voleva giocare, le girava intorno e saltava. I padroni lo stavano chiamando, scusandosi. Perché?

É così bello l’affetto.