
Quando si perde il proprio compagno/a, si vive a metà. Parlo dei fortunati, come me, che hanno vissuto l’amore.
Quello.
Non esiste altro tipo, tutte le altre esperienze di coppia, rimangono appunto, esperienze, con diversi gradi di profondità, intimità, condivisione. Forse non tutti cerchiamo lo stesso tipo di rapporto.
Oggi, ascoltando il prof. Galimberti che parlava di sua moglie, da poco deceduta, mi ha colpito la sua definizione di perdita. Non ha parlato di vuoto d’amore ma di assenza di testimone, dell’unica persona a cui raccontare di sé, dei propri pensieri, senza filtri, né vergogna, né remore, sicuro di non essere giudicato.
L’unica persona a cui lasciare tutto se stesso.
Ecco. Questa è stata la mia perdita.
Jean René est à Versailles
Quegli occhi
un tempo abissi
scintillavano, sì, direi così
profondi e inafferrabili
pulsavano vita
come nuvole cariche di ghiaccio
elettricità
ricordi?
Persa
in fondo no
aspetto
proprio qui
un lampo dorato
ancora una volta.
Ancora.
Tes yeux
étaient des abîmes
ils brillaient, oui, vraiment
profonds et insaisissables
ils palpitaient de vie
comme des nuages, pleins de glace
électricité
tu te souviens?
je suis perdu
au final non
J'attends
ici
un éclair doré
encore une fois.
Encore.