Ti scrivo perché non so amare

Quella sera, il mio destino stava cambiando.
Carlotta mi mostrò un disegno, un uomo di spalle che stava fotografando una donna, me. Poi, mi diede una busta bianca, chiusa.
 < E questa? Cos’è?>
L’aveva trovata sul mio zerbino.
L’apro e all’interno c’è un foglio con un disegno a forma di goccia, sembra una lacrima, e poche righe che si leggono male.”

Questa è l’essenza dello STALKING che, lentamente, avvelena la vita della vittima.

Questo è il mio ultimo romanzo.

TI SCRIVO PERCHÉ NON SO AMARE – STALKING (Echos edizioni)

echosprime.it

Questo romanzo racconta la storia di una ragazza qualunque, una ragazza normale, la cui vita verrà stravolta lentamente, subdolamente, da uno stalker. La narrazione coinvolge come in un noir, quasi un giallo, viste le dinamiche, i colpi di scena e gli intrecci che, inevitabilmente, interessano non solo la protagonista, ma tutti i suoi contatti. L’epilogo del romanzo è sconcertante, perché volevo che fosse così. Imprevedibile, come la vita.

Qual è la differenza tra ansia e paura?


Lo STALKING, é un argomento che ci riguarda soltanto perché ne sentiamo parlare, ma in realtà interessa sempre più persone, non solo donne.

Prima di scrivere, ne ho approfondito ogni aspetto, letto Valutazioni psichiatriche/forensi di esperti e professionisti, ho voluto capire di più sull’evoluzione di un fenomeno che, con l’avvento del cyber spazio, è aumentato esponenzialmente, offrendo occasioni e strumenti a chi intende disturbare, molestare o aggredire qualcuno, restando nell’anonimato. Addentrandomi nel problema, ho scoperto che le vittime non sono solo le destinatarie dirette ma che, ulteriori vittime, descritte come secondarie, sono anche la famiglia, i figli, partner, coinquilini, amici, colleghi e addirittura gli animali domestici della vittima.

Lo stalker, non si limita al disturbo ossessivo ma tenta di distruggere qualsiasi legame nella vita del proprio oggetto del desiderio, in un’ottica di controllo ed espressione di potere.

Difficile capire chi è questa persona e, per la vittima, è impossibile uscire dalla ragnatela sempre più fitta che il suo aguzzino le costruirà intorno.


RINGRAZIAMENTI

Un ringraziamento speciale va al poeta contemporaneo Marcello Comitini, che mi ha permesso di inserire nel romanzo, cinque delle sue poesie, tratte dal Quaderno di poesie “L’altrove della luna”. La sua lirica, anche in questa mia opera, sa cogliere nel profondo verità difficili da negare, percezioni che parlano d’istinto, con una ricchezza sentimentale che sorprende col suo carico di significati.

Marcella Donagemma

Tra la Polvere e le Nuvole. Commento del poeta Marcello Comitini

Ho presentato il mio terzo romanzo, TRA LA POLVERE E LE NUVOLE, edito da Echos Edizioni.

Con molto piacere, mi sento onorata nel condividere alcune considerazioni scritte dal poeta Marcello Comitini sul mio romanzo.

“Questo romanzo, come dice il risvolto di copertina, racconta l’esperienza di Giovanna, dopo il fallimento del suo studio di architettura. È la storia vera di chi ha vissuto l’insuccesso e la solitudine e vede davanti a sé spalancarsi le porte dell’inferno. Riflettere sul fallimento e sulle sue conseguenze significa scrivere un romanzo duro, un romanzo amaro? Non direi. Però Giovanna sembra proprio di parere opposto al mio quando afferma che “Tutti cercano i sogni, hanno bisogno di ottimismo per andare avanti. Di certo vedere le miserie umane, il degrado, il fallimento, non scatena nessuna voglia, semmai il rifiuto. E si va oltre.” Questo andare oltre ha tuttavia un duplice significato. Dipende da come lo s’interpreta, dipende dal come si guarda alla vicenda dolorosa di colei che ha perso tutto e rischia di perdere anche se stessa. Dipende se si racconta con l’obiettivo di narrare semplicemente una storia più o meno commovente o viceversa con lo scopo di accompagnare con la comprensione e la partecipazione le contraddizioni e le lotte emotive di una donna dal fisico e dall’animo provato dalle avversità. È proprio quest’ultimo modo di narrare che l’autrice ha scelto con attenzione e passione, immedesimandosi nel personaggio, analizzando con forte capacità introspettiva gli scoramenti di fronte agli insuccessi, la voglia di resistere nonostante. E la scelta dell’autrice è la chiave di lettura del romanzo da cui ci giunge il suo sguardo particolarmente acceso di una profonda umanità sui motivi del fallimento e delle sue tristi conseguenze. È un romanzo popolato da diversi personaggi, ma di essi una soltanto, Giovanna, è la protagonista, gli altri, uomini e donne compaiono, come comparse in un dramma teatrale, e scompaiono inghiottiti dal flusso delle loro storie. Ma Giovanna è l’unica dai mille volti intimi , dalle mille sfaccettature dell’animo, che rende vivo e palpitante il romanzo. Palpitante perché è questa la partecipazione del lettore che segue l’incalzare dei pensieri di Giovanna e in lei vede una guerriera, ferita, umiliata, a volte preda dei demoni della povertà e della solitudine, senza che tuttavia getti la spada e si arrenda.”

Tra la Polvere e le Nuvole, la vera storia comincia qui. Giovanna è entrata in una nuova dimensione, un mondo che non conosceva, non le apparteneva: i senza fissa dimora. Passerà dal rifiuto alla comprensione, incontrando persone come lei, diverse da lei, scontrandosi con la solitudine, quella vera, paralizzante, quella in cui parli da sola, ad alta voce. Un’avventura. Questo romanzo, attraverso un monologo, racconta la sfida di chi non era predestinato, una persona qualunque, dalla vita scandita da routine rassicuranti e problemi comuni. Puntellare il crollo emozionale e fisico ogni giorno, scoprirsi irriverenti e provocatori, dover accettare di essere imperfetti.

Non è cupo, inquieta. “L’inferno è la verità vista troppo tardi.”

Non c’è niente che galvanizzi più della luce, la luce che illumina i tuoi successi. Potessi restare immobile, come in un quadro, per sempre.

TRA LA POLVERE E LE NUVOLE

Un ringraziamento al poeta Marcello Comitini per il suo graditissimo commento.


Foto Copertina Romanzo da Echos Edizioni

la vita è un romanzo

Sono pronta. Forse no.

Toccava a lei, era terminata la terza presentazione.

Toccava a lei.

Sono pronta.

Come si preparano gli attori prima di entrare in scena? Merda, merda, merda! Certo se te lo dici da sola, oltre che essere in imbarazzo, provoca un certo disagio interiore.

Forza, l’hai fatto altre volte.

Ed entra sul palco, fissando la sua sedia sotto l’occhio di bue. Una sedia elettrica.

Arrivano in due a sistemare meglio il microfono e rimpiazzare il materiale del prossimo moderatore, il tuo romanzo, sul tavolino di fianco.

Hai salutato?

Sì, ho salutato.

Sorridevi?

Sicuramente, una sorta di paresi nervosa mentre camminavo verso il centro del palco.

Ancora non ti siedi, aspetti, aspetti che arrivi l’intervistatore. Perché mai ti hanno detto di entrare? Cos’era tutta quella fretta?

Il microfono è a posto, se non stai attenta si sentono i tuoi respiri, l’aria che esce dal naso. Senti gli sguardi, un sottile vociferare annoiato che arriva dal pubblico.

Parlo? Dico qualcosa.

Sbaglio?

E parli.

“Buon pomeriggio e grazie di essere qui!”

Ti presenti e cominci a camminare, improvvisi, quasi a tuo agio. Ti sembra di essere una coach, ma senza slides o filmati. L’imbarazzo prende possesso delle tue viscere, le stringe in una morsa, mentre cerchi aiuto con lo sguardo.

Ma la voce, intanto, esce, e racconta. Stai raccontando.

Ti è venuto in mente un aneddoto del tuo romanzo, molto auto-ironico. Qualche risata rassicurante.

Guardi il pubblico, passando da un viso all’altro, entri in contatto.

NO.

É un errore che fai sempre.

Linguaggio non verbale, linguaggio non verbale, linguaggio non verbale.

Ma non il loro, il TUO.

Bloccata. Ora sei bloccata.

Che dovrei fare? Cantare?

Aspetti il miracolo, attendi lunghi secondi in sincrono col battito del tuo cuore. Poi, dei passi sul palco.

E lo vedi arrivare, salutando, scusandosi, chiamandoti, riempiendo quel vuoto come una slavina.

“Cominciamo la chiacchierata, anche se mi hanno detto che si è già presentata. Ottimo! Vuole continuare da dove l’ho interrotta?”

Certo. Se me lo ricordassi.

Ma la creatività non è a tempo, è un modo di vivere e vedere la vita.

“La vita, è un romanzo. Ognuno ha una storia.”


Foto Maegan Martin da Unsplash