Sono quasi le 23,30. Dobbiamo muoverci o arriveremo tardi alla Messa di Natale.
La tavola è un campo di battaglia, tra briciole e dolcetti, un pezzo di panettone è finito su una sedia. Si è giocato fino a poco fa, dopo aver aperto i regali. La gioia dei bambini è il vero regalo.
Per quanto riguarda i pacchetti che si erano scambiati, a parte il solito copri-spalle triste, forse riciclato, e quella crema per il corpo anti-cellulite, non proprio un gesto gentile, i cesti con le marmellate fatte in casa e i salumi erano piaciuti.
Le carte regalo sono state strappate, quasi tutte, lei odiava riciclare, almeno quelle. Il bello sta nell’aprire con foga, come se si tornasse bambini.
Poi, giocare a Tombola, Otto e mezzo, Bestia, col sottofondo del concerto di Natale alla tele, e bere, mangiare torrone, seduti sui cuscini, sul tappeto. Domani, rimetteremo a posto domani.
Fa freddo? Sveglia la piccola, dai che dobbiamo mettere le scarpette, dai che che dobbiamo uscire. Macchina? No, no, andiamo a piedi, non è lontano. Voi andate avanti intanto, noi arriviamo.
E l’ascensore è bloccato, si stanno salutando. E quanto ci mettono? Ci vediamo in Chiesa.
E sono fuori, il portone si chiude. Fa freddo e la notte è stellata, da quanto tempo non succedeva? Si cammina sui ciottoli, incontrando altre persone, ci si scambia gli auguri.
Non potrebbe essere così sempre? Cosa costa salutarsi?
Rimbombano i passi, l’eco di voci allegre, qualcuno un po’ brillo. Fili luminosi pendono, sembrano traguardi messi troppo in alto, qualche lampadina è già fulminata. Un piccolo abete triste, decorato alla bene meglio, davanti ad un negozio, il cassonetto riempito all’inverosimile con tante scatole appoggiate, Babbi Natali ormai consunti che si arrampicano sui muri. e sulle finestre.
Poi si gira a destra, e la piazza è illuminata a giorno, macchine che cercano parcheggio e famigliole che stanno salendo i gradini della Chiesa.
Ti ricordi? Ti ricordi quando, da piccoli, aspettavamo il giorno di Natale per aprire i regali e ci svegliavamo all’alba? E lasciavamo il latte e i biscotti per le renne? La meraviglia quando vedevamo che erano rimaste solo le briciole e poco latte… Quella era magia.
Aspettavamo Babbo Natale.

manca lo spirito natalizio…
manca l’attesa e la magia di Babbo Natale…
solo i bambini sanno ancora che esiste…
la maggior parte degli adulti… vive on line… dà qualsiasi cosa per scontata…
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Grazie cara Cinzia, è vero. E queste feste diventano solo un banchetto pantagruelico…
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Quanti genitori conoscono la magia delle renne ? Quali genitori oggi invitano i figli a mettere biscotti e latte per le renne? È la famiglia che è finita, anche se nel tuo racconto non sembra. Forse scrivendo sei tu ad essere tornata bambina, a riecheggiare quelle voci ormai spente. In questo sei stata molto brava, cara Marcella 🌹🤗. Complimenti come sempre 🙏👏
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Grazie caro Marcello. Quanto vorrei che piccole, grandi sensazioni come queste, venissero tramandate, come un’eredità, impermeabile a qualunque progresso… Se perdiamo la magia, i sogni, perdiamo tutto🩷🌹
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Sì, cara Marcella. Sono d’accordo. Bisogna ricordare magie come queste 🙏🤗🌹
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Uno spaccato di un 25 dicembre del passato. Tanti auguri per tutte le feste passate e future.
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Grazie Bear, con un po’ di nostalgia… Tanti Auguri anche a te
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Ricordi che conserviamo nel nostro cuore. Un sorriso
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Credo che lo aspettiamo ancora adesso, Marcella cara, sia pure in modo diverso. Tanti auguri di buone feste! Sarebbe davvero bello se fosse così sempre! ❣️💫🙏🏻🥰
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🌟🎅🏼 🌟 Tanti Auguri cara Valy!!!
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Grazie infinite cara Marcella!!! Tanti Auguri a te, tanti Auguri! 🎶🎄✨️🎈🎉🌟
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“Non potrebbe essere così sempre? Cosa costa salutarsi?” –
Potremmo farlo noi , sempre..o perlomeno accorgerci quando non lo facciamo!.-)
La magia era proprio quella della vigilia , si andava a dormire ma non si dormiva e non appena entrava un filo di luce dalla finestra ..giù dal letto a vedere cosa aveva portato Gesu’ bambino ( a Milano c’era lui )
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Già, basta poco. Stiamo perdendo i sogni…
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