
É presto. La stazione, già gremita, l’accoglie con le fauci aperte, l’alito pesante di zaffate di polvere, cornetti precotti scaldati sulle piastre. Un rumore continuo, in sottofondo, incomprensibile. Voci sgarbate, cadenze straniere, pianti di bambini, lamenti di chi si è perso, quasi ritmati dall’arrivo e partenza dei treni.
Controlla il suo treno sul cartellone ma, ancora, non è stato assegnato il binario. Alla fine, le toccherà correre, unirsi ad una di quelle lunghe file di gente che cammina veloce, trascinandosi il bagaglio, la famiglia. Sembra un reticolato di vene pulsanti, in tutte le direzioni, si formano spontaneamente, basta che uno sussurri “siamo al binario 12”, e come Mosè, viene seguito, con fiducia.
Si è posizionata nel mezzo, azzardando una statistica in base alle partenze precedenti, a volte funzionava. E lo vede. Anzi, prima lo sente, avverte uno sguardo.
Si gira e per un attimo, incrocia degli occhi, sembrano immensi e familiari.
Ma appare il suo binario, ed è lontano. Correre. Infilarsi nel lungo verme di passeggeri che stanno andando proprio la’, attenta a non inciampare in qualche bagaglio, a non urtare nessuno.
Mancano quattro minuti, sembrano pochi ma ci arriverà, come sempre. Salire sul treno, raggiungere il suo posto e sistemarsi, sorretta da un’adrenalina che sfuma non appena si siede. Chiude gli occhi un momento, ignorando il via vai nel corridoio, guardando fuori.
E lo sente, di nuovo, quello sguardo.
Lui è poco più in là, con un libro davanti, gli occhiali un po’ scesi, la sta guardando. Un sorriso di circostanza, un eureka sommesso, un’ inspiegabile connessione tra le pagliuzze della sua iride e quelle di lui. Parte il treno, lentamente, occhi negli occhi.
Si parleranno. Troveranno il modo, il momento giusto.
La vita, glielo indicherà, basta aspettare che appaia sul suo cartellone.
Goto di bacila-vlad- da Unsplash
molto efficace quella descrizione della folla pulsante in attesa di prendere il treno. Pare di vederli lì con il naso in su e poi correre al binario.
Molto brava
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Grazie Bear
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Sei brava
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Anche tu
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😀
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bel racconto.
il caos della stazione che descrivi mi ha fatto pensare alle frenetiche partenze di massa per il sud ai tempi del covid il giorno prima che milano diventasse zona rossa.
ml
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UN ABBRACCIO MARCELLA
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Una storia breve e magistrale. Puro story-telling. Applausi in piedi sul divano!
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W il divano!!!!
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La parte più dolce dei miei allenamenti si svolge proprio sul divano 😀🤣
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Si parleranno, non possono non farlo. Bello incontrare così l’amore…
Grazie.
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Andiamo sempre di corsa… ma è l’amore che ci trova… Buona giornata 🩷🦋
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Andiamo sempre di corsa .. ma l’amore ci trova…🩷🦋
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Nessuno ha il timore che all’apparire sul cartellone uno dei due (o entrambi) sia talmente distante dal binario e la folla talmente densa da non arrivare in tempo a prendere quel treno, che una volta partito non tornerà mai più?
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Pensiamo di essere sempre noi a decidere… come, dove, quando… E hai ragione, i treni persi non tornano, possiamo prenderne un altro, ma non sarà la stessa cosa, non potrà… Grazie caro Marcello 🦋
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Bellissimo racconto, hai saputo descrivere alla perfezione le sensazioni e i timori di quando ci si ritrova in stazione e di quando finalmente si prende posto nel vagone e , come sempre, non posso non rinnovarti i miei complimenti 🥀🥀🥀
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E io non posso che ringraziarti per la tua gentilezza 🦋🦋🦋
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