E così, non c’era più. Mentre scendeva in ascensore, passando dal secondo piano, lanciò uno sguardo al portone dell’appartamento di Erika. Nulla di diverso rispetto al giorno prima, a parte il fatto che lei non sarebbe più tornata. Al piano terra, la portinaia stava parlando con due comari del palazzo di fianco. Si voltarono, smettendo di parlare, mentre stava chiudendo le porte dell’ascensore. Come ogni giorno, si fermò a controllare la cassetta della posta e sentì i loro sguardi addosso, malevoli, torbidi.
La portinaia, Cetta, dalla testa piccola, coperta da un elmetto di capelli neri, un mazzo enorme di chiavi sempre appeso alla cintura, sembrava una kapò dall’italiano stentato. Le altre due signore che invece comparivano sempre quando accadeva qualcosa, avevano la stessa pettinatura, capelli radi, cotonati, quasi due maschere del teatro popolare romano: Ada, dal seno enorme e la voce mielosa, Rina, magrissima e con gli occhi piccoli e pungenti.
S’incamminò per uscire ma venne bloccata da saluti che implicavano la condivisione di informazioni. Venne sommersa dalle loro versioni della storia su Erika, da occhiate eloquenti, mentre divagavano sulla leggerezza, gli incontri promiscui, un destino che, per loro, era quasi la conferma di un presagio.
Ma Erika aveva avuto un incidente in macchina, nulla di più, e lei non voleva parlarne, non voleva sentire sordidi racconti, pettegolezzi amari, curiosità morbose. Era catalizzata dall’enorme petto di Ada, la cui scollatura metteva in risalto la pelle stanca, bianca, come una burrata tagliata a metà da una lunga fessura.
Le parole rimbalzavano tra il tintinnio delle chiavi della portinaia. Chissà perché aveva tutte quelle chiavi? La Rina, con fare stizzito, fece per andarsene e lei ne approfittò per seguirla.
Camminando sul marciapiedi, il pensiero andò a tutte le volte in cui aveva incrociato Erika che stava rientrando a casa. Lei viveva nel suo universo, fatto di musica, artisti, nottate e albe. E sorrisi. Si ricordava quei sorrisi esplosivi, sotto il piercing, tra i tatuaggi e i lunghi capelli. Le era sempre piaciuta Erika, molto, ma le loro esistenze non erano mai state sincronizzate, s’inseguivano, come il giorno e la notte, s’incontravano per un attimo, per poi proseguire la loro storia. Così, quando in ascensore era scattato un bacio, dolce e improvviso, era stato come dare un’occhiatina al baratro, alla cascata impetuosa. Mi butto o no?
Il tempo che scorre, mentre ti fai mille domande e intanto, la notte era diventata giorno.
Il rimpianto aveva un sapore aspro e il potere di cancellare tutto, anche il sapore di quel bacio.
Erika non c’era più.
Post scritto divinamente.
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Grazie!🦋
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Grazie a te per la risposta! Anche se non vale nulla rispetto al tuo, anch’io ho da poco sfornato un nuovo post… spero che ti piaccia! 🙂
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🦋🧚🏻♀️🩵
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Bella la descrizione dei volti la peculiarità di certi aspetti fisici che pare voglia darci quasi il senso di vederle sotto un aspetto vincolante chr descrivi così da dare il senso alle parole così vicine alla descrizione . Quando viene a mancare una persona che conosci rimane un senso di distacco ,ma nello stesso tempo ti chiedi com’erano i rapporti, se c’è stato del buono e nel tuo racconto quel bacio dato in ascensore è rimasto tatuato nella mente di chi ha perso l’ occasione di avere un rapporto più stretto…Il bello dei tuoi racconti è che ci fai vivere in profondità le persone , i protagonisti del racconto e anche l’ aspetto ciarliero di chi resta e che da quella porta non uscirà più colei che non c’è più …Sì sente l’ assenza e non conta com’ era ,il punto è che manca.Ciao Marcella 🌹💞🫂 un abbraccio.
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Come ringraziarti di questo bellissimo commento… con un forte abbraccio 🤗 Ps: come va la prevendita? 🍀💓
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Non bisogna ringraziare di lasciare un commento che scaturisce da ciò che hai fatto emergere tu a chi legge.Ho letto stanotte tardissimo, ma non volevo farmi sorprendere da Otello mentre scrivevo e così ho optato per lasciare la mia impressione appena avessi potuto…Non capisco a cosa ti riferisci quando dici : ” Come va la prevendita ” ? Mi cogli di sorpresa…Un abbraccio Cara Marcella…🫂💞🌹
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Mea culpa… stavo rispondendo anche ad un altro commento… e ho fatto confusione…scusami.
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Non scusarti può capitare di fare confusione avendo molti contatti…
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🤗
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🫂Dolce serata !
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Anche a te…🦋
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Bellissimo!! Delicato come un sentimento segreto. Brava.
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Thanks! 🦋🩵
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Bellissimo racconto, con tanta tristezza per la perdita di chi per noi contava più di quanto gli altri non immaginassero
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Grazie cara Luisa. Ci sono emozioni che( per fortuna) si vivono solo nel profondo del proprio cuore
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🤗💔
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Un delicato racconto di una persona che non c’è più e non tornerà mai più. Con certe persone scatta empatia con altre fastidio.
Bella serata
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Grazie Paolo, è vero, i rapporti umani sono difficili…
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Sono difficili e complicati e noi ce la mettiamo tutta per renderli ancora più difficili. Però a volte basta un bacio per sciogliere tutto.
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Bisogna leggere e rileggere con attenzione per cogliere (e piacevolmente) tra le parole quei segreti rimandi alla dolcezza di quel bacio improvviso.
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Grazie Marcello per il tuo sempre sensibile e attento commento 🦋🩵
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descrizioni geniali!!!💙💙💙💙💙
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Grazie Paola! 🦋🩵
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