Ora, no.

“Vuoi che venga da te? Salto in macchina e arrivo!”

Dall’altro capo del telefono, da circa venti minuti, la sua amica stava piangendo, singhiozzando, biascicando di tradimenti. Aveva scoperto dei messaggi inequivocabili, sul telefono di suo marito.

“Senti, non trarre conclusioni affrettate…” (Guardò l’ora)

Pessima risposta. Un fiume in piena di improperi e certezze, riempì l’auricolare. (Lo stomaco brontolò)

“Sono qui, ti sto ascoltando.”(Aprì il pensile: riso, no, pennette)

Così venne a conoscenza di dettagli intimi non richiesti, di debolezze e mancanze difficili da tollerare. (Prese le pentole)

“Scusami, se sei sicura, se mi stai dicendo che hai le prove, allora aspetta, calmati e, quando arriva, gli chiedi spiegazioni. Se ne ha. Ne deve avere.”

Altra valanga di insulti. A lui. ( Aggiunse al pomodoro, le olive verdi, quelle taggiasche, poco sale e pepe)

“Perché non vieni tu qui da me? Così ti sposti da quell’appartamento, ti rilassi e valuti con più freddezza come comportarti. O se preferisci, piangi finché ne hai voglia. Sono qui. Ci sei?” (I capperi, si era dimenticata i capperi)

Sente una voce, quella del marito sicuramente. Era tornato. (L’acqua bolle) I toni stanno cambiando, le voci si fanno concitate, qualche urlo. (Butta il sale nell’acqua) Rimane ferma davanti alla pentola, col sugo che borbotta, il vapore che riempie la cucina, le orecchie che stanno cercando di decifrare una conversazione lontana, confusa, interrotta. E cade la linea.

Guarda il telefono, butta la pasta e mescola. Aspetta.

(Il sugo si sta attaccando) Lo schermo del telefono diventa nero, mentre sta immaginandosi cosa sta succedendo. Non può farci niente. (Mescola il sugo) Si versa un bicchiere di vino, sa che prima o poi lei la richiamerà.

Spengo il telefono? Almeno finché ho finito di mangiare. (Versa la pasta condita nel piatto)

Maledetto senso di colpa.

Un piatto fumante, appetitoso, un film che l’aspetta. (Telefono. Spegne)


FOTO da UNSPLASH

16 pensieri su “Ora, no.

  1. Quell’iniziale “Vuoi che venga da te? Salto in macchina e arrivo!”, che si va via scemando, in questo tuo breve e disincantato racconto, carissima Marcella🌹, ci dice ancora una volta come ciascuno è un’isola, che le nostre, anche futili, necessità prevalgono persino sui sentimenti d’amicizia.
    Condivido in pieno questa tua visione, che definisco molto descrittiva della realtà. I tuoi personaggi “escono dal confine dei tuoi racconti”, nel senso che rivelano sentimenti intimi abilmente nascosti dagli stessi personaggi e che mi fanno dire che sai dipingere il “non detto”.

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  2. Le Amiche vere si supportano, si sopportano e confortano a prescindere da ciò che stai vivendo tu… Comunque la ricetta è riuscita superba nonostante la litigata che l’ Amica ha avuto col marito . Una cosa da dire c’è…” Tra moglie e marito non mettere il dito” ; supportare senza inveire e cercare di fare da intermediario… L’ Amica questo fa… Ciao Marcello 🍀🤗👍🥰🌹

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