Camminava, frantumando con le scarpe gli aghi di pino secchi e ammucchiati, come mikado sottili, fiancheggiando il muro corroso del cimitero. Arrivava sulla sua spalla sinistra l’umidità fredda, quasi che le anime volessero avvertire della loro presenza, dietro quel muro antico, come se lo stessero accompagnando. Ma la mente non smetteva di pensare, la mandibola era serrata, le mani sudate. Era nervoso, molto nervoso.
Mi vuoi lasciare? Lo so che vuoi lasciarmi.
Un pensiero e subito dopo un altro e un altro ancora. L’immagine della loro casa, lei che cucinava, lei che, come sempre, aveva sbagliato. Il sugo era uno schifo, acquoso e insipido, la pasta era uno schifo, lei era uno schifo. Ma era la sua lei. Aveva quello sguardo, dolce e remissivo.
Come si fa a perdere tutto questo? Non puoi neanche pensarlo. Sei uno schifo. Ti amo. Ti ho sempre amata.
Passa una macchina veloce e quasi lo tocca con lo specchietto. Si sente offeso. Invisibile. Cammina veloce, deve rientrare, le mani sono nervose.
Uno schiaffo, cosa sarà mai uno schiaffo? Sei tu che mi fai impazzire. Tu che mi guardi senza una ragione e lo vedo, lo vedo che mi giudichi.
Le mani pizzicano, sembra che il sangue si sia fermato nelle nocche. Le persone intorno sono nuvole, lo sono sempre state, a parte quando si esce in compagnia.
Ah, che belle serate! Bevendo, parlando. Si ride e tutti mi ascoltano. E tu finalmente, taci. A chi vuoi che interessi la tua vita? Pentole e pannolini. Ringrazia il cielo che ci sono io, che provvedo a tutto. Ma tu, la devi smettere. La devi smettere di rispondermi. CAPITO! No, non lo capisci, e insisti. E io, che posso fare? Mi fai perdere il controllo. Io che controllo sempre tutto, che sono rispettato. Mi temono sai? C’è che mi teme. C’è.
Il pesante portone si apre lentamente, troppo lentamente. L’ascensore è già al piano terra, nell’androne fresco di casa. Casa.
Sto arrivando.
foto unsplash

Credo che nei legami di coppia quando un lui prende il sopravvento e ti fa sentire un’ ameba non ci sono scuse e questo individuo piange sul latte versato perché pentito adesso che la moglie tanto remissiva non c’è più.Leggerti mi ha tanto intristita e certo il pentimento c’è, ma perché non pensarci prima e trattare la moglie con rispetto e soprattutto farla sentire amata, ma chi ama non alza le mani e non critica tutto e non perde la pazienza , non bisogna morire per avere attenzione e il malessere quest’uomo lo merita tutto perché ci ha pensato troppo tardi a meditare che la casa è focolare ‘ è moglie che ti aspetta e mai dico mai devi darla per scontata…Bel racconto che permette una riflessione a posteriori con risvolti da paragonare ognuno col proprio vissuto… Buona giornata Marcella, ciao Cara !🙋🏻🥰🌹👏🏻👏🏻👏🏻
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Ciao Desire, ho affrontato un tema spinoso e sottovalutato. La violenza domestica rimane molto spesso tra le mura, per tanti motivi. Un uomo “irrisolto”, non cambia. Picchiava sua moglie e continuerà a farlo, in alcuni casi con una progressiva fatale escalation. Difficile risolvere se non c’è l’aiuto della comunità, ma il primo passo lo deve fare la vittima.. Buon pomeriggio cara🎈🥀🫥
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Premesso che niente può giustificare la violenza, questo post fa capire molto bene lo sconforto che ti assale quando ti rendi conto che il tuo o la tua partner sta per lasciarti. Diventa sempre più freddo/a, poi diventa sempre più difficile anche solo parlarci, e alla fine ti rendi conto troppo tardi che erano tutte tappe intermedie verso una conclusione che lui/lei aveva già deciso da tempo.
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Sicuramente quando un amore finisce solo da una parte e’ doloroso ma, in questo post, volevo evidenziare le scuse vigliacche che tanti uomini violenti cercano, pur di far sfogo alla loro mediocrità con le botte. Grazie comunque del tuo punto di vista 😊
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quest’uomo, quasi invisibile al mondo, più vicino ai morti che ai vivi, sfoga la sua frustrazione meschina solo all’interno delle mura domestiche. Racconto esemplare, complimenti
ml
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Grazie Massimo. Cerco di parlare dei sentimenti e delle paure di noi esseri umani… anche, anzi, soprattutto, di quegli angoli bui che cerchiamo di ignorare.
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È vero, ogni volta stupisci.
Inquietanti i pensieri dell’uomo un attimo prima di un comportamento violento e tu sei stata bravissima a descriverli.
Credo che tu abbia, oltre la tua bella scrittura, una grande empatia per ogni situazione, luogo o persona. Rinnovo i complimenti.
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Grazie Marina! Non riesco a pensare a complimento più bello per chi ama scrivere… 🩷
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♥️
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Marcella!! Ogni volta mi rapisci…mai banale e coinvolgente! Complimenti !!
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Ma che gentile!!! Grazie e buona giornata 🩷
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Caspita! Com’è inquietante!
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Di quante vittime si parla nei tg? E quante sono quelle che sono invisibili? Grazie cara Luisa
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Purtroppo 🥹🥹🥹
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mamma mia…
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Già Mirella. Se pensiamo solo un attimo a quante situazioni del genere ci sono…
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Un momento di rabbia di cui si pente subito ma ormai la frittata è fatta. Nulla sarà come prima.
Hai descritto in poche potenti frasi la sensazione di disagio dell’uomo.
Complimenti
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Grazie Paolo!
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Complimenti Marcella per il bel post.
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Sei gentile. Grazie ancora
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Meritati
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Condivido Ziokos. Sei stzta davvero brava a sapere interpretare i motivi di autogiustificazione, complimenti Marcella 🥀👏
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Grazie davvero! 🩷
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Interessante il percorso psicologico visto dalla parte del violento, tipica autogiustificazione. Brava Marcella 👏👏👏
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Grazie Kos. 🦋
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