Mi hai “visto”

< E così ti sei davvero innamorato?>

Gli sguardi degli amici, dei suoi amici, tra il divertito e il curioso, indagatori, a volte comprensivi. Il sentimento era esploso, inaspettato, improvviso e virulento.

E vogliono sapere, chiedono, smorzano i toni con battute, descrivono scenari da barzelletta, fanno paragoni con chi <si è fatto incastrare> e <ora gli toccherà chiedere il permesso anche per giocare a calcetto.>

Non ne voglio parlare, è solo mio questo sentimento così nuovo e spaventoso allo stesso tempo. Mi sento vacuo, posseduto da un’emozione che, lentamente, si é insinuata nei pensieri, nella mente, nello stomaco. La pelle elettrica e quella voglia, quella voglia di stare con lei, di ascoltarla, di guardarla, di perdermi nell’abbraccio. Mi sento dopato, avverto una sorta di dipendenza. Com’é successo? Nelle altre storie, con le altre donne, mi ricordo la passione, il desiderio, l’eccitazione, ma mai questo impeto, un tormento, se ci penso mi fa quasi paura.

Guardava i suoi amici, in fondo niente era cambiato. O forse sì? Era febbricitante d’amore, così l’aveva definito Matteo, come se si stesse ammalando ma, non c’era cura, nessun placebo in grado di mitigare l’euforia e liberare quelle farfalle dallo stomaco. Il solo pensiero lo faceva stare male. Non aveva il controllo, poteva solo abbandonarsi al tornado emozionale, attendere che si placasse, sperando di non essere scagliato lontano, rigettato.

<Fatti un’altra birra. Hai visto quelle due vicino alla colonna? Cerca di controllarti, mai perdere la logica.>

Logica.

Non c’è logica nel sentimento, non deve esserci. Semmai dopo, una volta terminata la battaglia ormonale, non appena ci si è studiati a fondo, mappando tutto il possibile, quasi cercando di decifrare un codice e trovare una safe word, che possa fungere da parafulmine. Arriveranno i fulmini? I momenti di buio, gli attimi in cui questa magica congiunzione sembrerà non esistere più, come quando i satelliti passano in una zona d’ombra? Ferma i pensieri!

Arrivano le birre, si brinda all’ultimo goal tornando alla realtà, al <Ci vediamo il prossimo lunedì>

<Perché ci sarai, no? Approfitta, finché hai tempo…>

Tempo. Ci vuole tempo per innamorarsi? Forse è successo quando ci siamo “visti”, non guardati, ma connessi, in quel momento, e davvero per la prima volta, mi sono sentito senza difese ma al sicuro e, libero.

Le macchine partono, le mani fuori dal finestrino per salutarsi. Lui è fermo, col telefono in mano, le sta scrivendo.

-Abbiamo vinto! Se non stai dormendo ti chiamo…

E squillò il telefono.

16 pensieri su “Mi hai “visto”

  1. Perchè ci si innamora? Cosa accade quando qualcuno ti entra dentro? Cosa si capisce, quanto dura? 

    Mi voltai un giorno e mi persi dentro i tuoi occhi. Nient’altro.

    Nessuna parola, solo un intuito divino. Cosa c’era dentro il tuo sguardo? Un richiamo, un richiesta di aiuto, un sogno che aleggiava? C’era la vita Giusy, tutta intera e senza tempo. C’era una promessa di eternità.

    Tutto questo non escludeva il resto, prosaico e carnale, non lo annullava ma prima c’era l’intuito: arrivava prima di ogni cosa, c’era il senso della tua pelle che combaciava perfettamente con la tua anima e chiamava la mia. Dopo il lampo discendeva tutto il resto.

    E’ un segno incancellabile, scriverlo è un marchio inciso a fuoco tra noi. Lo so ce ne andremo così, distanti, sommersi dall’incredulità e dalla normalità.

    Scritta molti secoli fa ad una donna amata e perduta: adesso me la sono ritrovata tra le mani. E’ ancora così.

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  2. L’amore non ha una logica, non può essere razionale. È qualcosa che ti possiede e ti fa star bene.

    Il nostro, canzonato dagli amici che forse non hanno conosciuto questo sentimento, sa di avere qualcosa in più di loro e quello squillo del telefono lo testimonia.

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