OTOHIME

Uno scroscio d’acqua, finto e continuo. Sono la Principessa del suono ,*OTOHIME. Sono una Otohime rosa, alla parete di un minuscolo bagno a Beppu, in Giappone.

Bella la storia della Principessa del suono: “Un pescatore salva una tartaruga e, come ricompensa, viene ospitato nel Palazzo del drago, tre giorni meravigliosi, tra divertimento e leggerezza, in un regno subacqueo, amato dalla Principessa Otohime. Ma, la nostalgia per la sua famiglia, lo porterà a chiedere alla Principessa di tornare nel suo mondo. Torna dunque nel mondo reale, che troverà nel frattempo invecchiato, e nessuno sa più chi sia. La Principessa gli aveva donato una scatola preziosa dicendogli di non aprirla mai. Il pescatore, solo e deluso, tornando sulla riva del fiume dove aveva salvato la tartaruga, aprirà alla fine la scatola e verrà avvolto da una nuvola bianca che lo farà improvvisamente invecchiare. La scatola custodiva la sua età reale.

I pochi giorni passati nel palazzo erano stati centinaia di anni nel mondo reale.

Il tempo, sempre il tempo, non è eternità, è prezioso e non va sprecato. Ma io non l’ho sprecato. Giuro. Forse qualche volta.

Il rumore dell’acqua che scroscia continua. La signora che sta in bagno non ha finito.

Del Giappone ho ricordi più belli, comunque.

Ma sì, il rosa del Otohime sta cambiando, sfuma e fiorisce, io fiorisco, petalo rosa, miliardi di petali rosa che, immobili, pendono dal glicine nel Ashikaga Flower Park, come l’Albero delle anime, l’essere vivente più sacro in assoluto nel Regno di Pandora.

Sto fluttuando come una scarica elettrica da braccio a braccio, in cerchio come se fossi nel film. Un’ellisse di luce che fluisce da vita a vita, che entra nelle radici, sale dalla corteccia ed esplode nei petali, fluorescenti. Sono luce e sono un piccolo fiore su un vassoio con tre *tamago sando e due *sakazuki.

Sei con me, nella vasca di acqua termale del piccolo Onsen. Preferivi gli alberghi più confortevoli, ma non importava, eravamo insieme. L’acqua è calda. Il mio cuore è caldo. Acqua che ti accarezza, acqua che ti abbraccia, acqua che evapora.

Il vento, il vento mi sta portando lontano da te. La musica, perché non sento più la musica? Perché non sento, non sento più niente?

Scroscia l’acqua. Io Principessa del suono, tu, pescatore che te ne sei andato.

Il tempo. Il tempo, non esiste. Io, non esisto.


* Otohime : dispositivo che riproduce il rumore dell’acqua

* tamago sando: sandwich

* sakazuki: coppette sake

Foto da Unsplash

16 pensieri su “OTOHIME

  1. Il senso del tempo raccontato come una bella favola e le fiabe hanno la magia e tutto viene volto in qualcosa di mistico , misterioso e fiabesco… Il tempo ? Beh …il tempo è qualcosa a cui dà senso ognuno di noi , è un vagheggiare che stimola la fantasia e il vecchio rimasto arginato al tempo magico è rimasto giovane, ma niente può trattenere dagli affetti e tornato indietro si accorge che tutto è andato avanti e allora per lui non ha senso la realtà che gli nega gli affetti e allora preferisce invecchiare e dare senso al tempo …Il suo tempo dove si invecchia e si vive un breve periodo.Tutto ciò serve a spiegare che vivendo con gli affetti nulla è più importante, si vive per Amore e in funzione dell’ affetto profondo col tempo che vola come una piccola nuvola sospinta da un refolo…Bella e piacevole da leggere… Complimenti Marcella e ci ho letto la mancanza che senti per una persona importante che ti manca… Coraggio e cerca di vivere serenamente…Un abbraccio affettuoso 🫂💞💝🥰💐

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  2. C’è molto da dire su questo splendido e poetico racconto. Ma in me si è formulata una sola domanda. Chi è più reale in questo mondo di sogni e delusioni? Il pastore che apre la scatola o il pastore che è andato via? O entrambi sono il simbolo che tutto svanisce?

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